Papavero da oppio

Nome comune: Papavero da oppio, Papavero sonnifero (dial. “Cucuzzeddi ri suonnu“)

Nome scientifico: Papaver somniferum L., 1753

Famiglia: Papaveraceae

Status e conservazione: Specie originaria probabilmente del bacino orientale del Mediterraneo o dell’Asia sud-occidentale, ampiamente coltivata fin dall’antichità per i semi oleosi e per il lattice contenente alcaloidi oppiacei. La Lista Rossa IUCN non riporta valutazioni specifiche per la forma coltivata, che è comunque non minacciata (Least Concern) a livello globale. In Italia cresce sporadicamente allo stato sub-spontaneo, spesso come residuo di coltivazioni ornamentali o agricole. Nella maggior parte delle regioni, Sicilia compresa, è localmente comune nei terreni incolti e ai margini delle strade, ma non forma popolazioni stabili a lungo termine.

Descrizione e biologia: Pianta erbacea annuale, alta fino a 1,2 metri, con fusto glabro o leggermente pruinoso e foglie alterne, grandi, oblunghe e dentate, di colore verde glauco. I fiori, solitari e di notevole dimensione (6–10 cm di diametro), sono portati da lunghi peduncoli eretti e presentano quattro petali sottili, di colore variabile dal bianco al rosa-violaceo, talora con una macchia scura alla base. Il frutto è una capsula globosa e glabra, di 3–6 cm di diametro, sormontata da un disco stigmatico con numerosi raggi (8–12), carattere distintivo rispetto alla varietà selvatica setigerum, che ne ha 4-8. Il lattice biancastro, prodotto in abbondanza dalle capsule immature, contiene diversi alcaloidi fenantrenici, tra cui morfina, codeina, tebaina e papaverina. Queste sostanze, pur responsabili di importanti effetti analgesici e sedativi, sono anche all’origine delle proprietà narcotiche dell’oppio. La pianta è perciò sottoposta a restrizioni legali e non può essere coltivata liberamente per la produzione del lattice. Tuttavia, i semi maturi, privi di alcaloidi attivi, sono del tutto innocui e largamente usati in campo alimentare (pane, dolci, condimenti). La fioritura avviene in primavera (aprile–giugno) e l’impollinazione è entomofila mentre la dispersione dei semi, contenuti in gran numero all’interno della capsula, avviene ad opera del vento.

Presenza nel territorio ibleo: Nel comprensorio ibleo Papaver somniferum si rinviene soprattutto nei pressi di orti, campi abbandonati e terreni aridi di origine antropica, spesso vicino ad abitazioni rurali o margini stradali. La specie tende a insediarsi nei suoli calcarei sciolti e soleggiati, dove può persistere per alcune stagioni consecutive. Sebbene non sia spontanea in senso stretto, forma parte del paesaggio floristico locale con esemplari isolati o piccoli gruppi che si distinguono facilmente per i grandi fiori ornamentali.