Nome comune: Carrubo (dial. “Carruva“)
Nome scientifico: Ceratonia siliqua L.
Famiglia: Cesalpinaceae
Status e conservazione: Specie originaria delle regioni sud-orientali dell’Europa e del Medio Oriente, naturalizzata in Sicilia, ampiamente coltivata. La consistenza delle popolazioni è attualmente minacciata dalla diffusione del coleottero curculionide xilofago di origina asiatica Xylosandrus compactus.
Descrizione e biologia: Albero sempreverde forte e robusto, prevalentemente dioico (sebbene non manchino esemplari ermafroditi), la cui chioma può raggiungere i 10 m di diametro, con foglie ellittiche lucide e coriacee. La fioritura avviene in agosto-settembre e la maturazione si completa tra agosto e ottobre dell’anno successivo. I frutti, chiamati popolarmente carrube, sono dei lomenti simili a grandi baccelli indeiscenti lunghi fino a 20 cm, dapprima di colore verde pallido, marrone scuro a maturità. I lomenti contengono semi scuri appiattiti, molto omogenei in peso (circa 200 mg/cad.), sono detti “carati” poiché venivano utilizzati in passato come unità di misura dell’oro. Dai semi si estrae la “gomma di carrubo”, utilizzata in farmacia come antiemetico mentre nell’industria alimentare viene utilizzata per stabilizzare gelati, prodotti caseari, insaccati e prodotti da forno, nonché come agente addensante nella preparazione di vari tipi di salse e come additivo nelle gelatine.
Presenza nel territorio ibleo: Albero fortemente radicato nella cultura popolare iblea, il Carrubo è diffuso in tutto il comprensorio ibleo dal livello del mare fino quasi al limite altitudinale del distretto. Attualmente, risulta una delle piante ospiti preferite dal coleottero xilofago asiatico Xylosandrus compactus le cui femmine scavano gallerie che vengono rivestite da un fungo simbionte (patogeno per il Carrubo) che costituirà il nutrimento esclusivo delle larve.