Fungo corallo crestato

Nome comune: Fungo corallo crestato

Nome scientifico: Clavulina coralloides (L.) J. Schröt., 1888

Famiglia: Clavulinaceae

Status e conservazione: Fungo basidiomicete molto diffuso in Europa, Asia e Nord America, non valutato dalla Lista Rossa IUCN. È una specie piuttosto comune e non considerata a rischio, benché sensibile alla perdita degli habitat forestali maturi e all’eccessivo disturbo del suolo. In Italia è piuttosto frequente nei boschi di latifoglie e conifere.

Descrizione e biologia: Fungo saprotrofo e micorrizico, caratterizzato da corpi fruttiferi ramificati a forma di piccolo corallo, alti fino a 10 cm, di colore bianco candido o biancastro, con lievi tonalità crema. Le ramificazioni sono erette, appiattite e biforcate più volte verso l’alto, terminando in punte arrotondate o leggermente appiattite. La carne è fragile, bianca, con odore fungino delicato e sapore mite. Il Fungo corallo crestato fruttifica dall’estate all’autunno, spesso in gruppi numerosi su lettiera o terreni umidi ricchi di sostanza organica. È una specie non commestibile che talvolta viene confusa con Ramaria spp., le cosiddette “manine”. Dal punto di vista ecologico, Clavulina coralloides contribuisce alla decomposizione della sostanza organica e forma associazioni micorriziche con varie piante forestali, migliorando l’assorbimento dei nutrienti.

Presenza nel territorio ibleo: Nel comprensorio ibleo il Fungo corallo crestato cresce nei boschi misti di quercia, leccio e pino, soprattutto nelle zone più fresche e ombreggiate dell’altopiano. Può comparire anche nei rimboschimenti maturi e nei margini umidi delle forre. La sua forma corallina e il colore chiaro lo rendono uno dei funghi più scenografici del sottobosco autunnale.

Fungo corallo crestato (Clavulina coralloides)