Narciso e il Tuffetto

Forse non è del tutto per caso che sia stato impossibile (e senz’altro nefasto!) l’amore tra la ninfa Eco, la garrula ancella di Zeus punita da Era per aver favorito con le sue quisquilie gli amori extraconiugali dell’Egioco, e il cacciatore Narciso, l’alessitimico ed egocentrico figlio del dio fluviale Cefiso e della ninfa Liriope. Dopotutto, nomen omen, Eco (oggi sostantivo dall’incerta identità di genere…) era stata condannata all’eterna riflessione sonora, mentre Narciso (oggi epiteto generico di specie floreali dall’odore talvolta inebriante) era la vittima predestinata del potere catottrico dell’immagine riflessa. 
Già al tempo di Ovidio (che di Narciso narra per primo la leggenda, nel terzo libro delle sue Metamorfosi), quando Snellius e Descartes non avevano ancora posato i loro goniometri sulla magia terapeutica della riflessione delle onde luminose, lo specchio era luogo di sortilegio e divinazione, al punto che alla sua accidentale rottura si attribuivano ben 7 anni di sorte avversa (giusto pari al periodo di rinnovamento della vita). 
E se è pur vero che, ancor prima, il Feng Shui, l’antica dottrina geomantica taoista, aveva avvertito architetti e arredatori delle accertate capacità dello specchio di influenzare e persino dirottare l’energia di cose e persone, è ancor più vero che ad oggi resta intatta la meraviglia frattalica di chi si ritrovi intrappolato tra due specchi contrapposti.

Tuffetto (Tachybaptus ruficollis)
Tuffetto (Tachybaptus ruficollis)