(Alectoris graeca whitakeri, Schiebel 1934)
La Coturnice siciliana è una sottospecie di coturnice presente unicamente in Sicilia (ma non nelle sue isole minori) e ben differenziata dalle altre sottospecie sia dal punto di vista geografico che genetico ed ecologico. Questo ne fa una cosiddetta ESU (Evolutionarily Significant Unit), cioè un “organismo” da tutelare con strategie di conservazione specifiche.
Ben riconoscibile per numerosi caratteri (le piccole dimensioni, la colorazione più marcatamente brunastra, il collare sovente interrotto, i ciuffi auricolari molto evidenti, le parti inferiori riccamente colorate…), la Coturnice siciliana abita i versanti acclivi e rocciosi della fascia collinare iblea, con una spiccata preferenze per la fascia altitudinale intermedia (300-600 m s.l.m.), ma è occasionalmente presente in prossimità della fascia costiera e montana. Generalmente, rifugge le aree boschive, cui predilige i pendii soleggiati e ben drenati, dominati da vegetazione erbacea con frequenti affioramenti rocciosi e buona disponibilità di acqua corrente.
Galliforme di medie dimensioni (l’apertura alare non supera quasi mai i 50 cm ed il peso dei maschi di rado eccede i 500 g), la Coturnice siciliana presenta un dimorfismo sessuale piuttosto accentuato e, sebbene il piumaggio tra i due sessi sia simile, le dimensioni del maschio sono in genere più cospicue. Inoltre, nella parte posteriore delle zampe gli esemplari di sesso maschile esibiscono uno sperone piuttosto arrotondano, generalmente assente nelle femmine. Infine, durante la stagione riproduttiva, un’evidente papilla copulatrice rossastra compare nella zona della cloaca degli esemplari di sesso maschile.
La specie, molto legata al terreno ove riesce a spostarsi a piedi con notevole velocità, è ben riconoscibile dal canto territoriale, trisillabico e metallico, ripetuto più volte soprattutto al mattino presto e alle ultime luci del giorno.
La Coturnice siciliana, al pari delle altre sottospecie, è essenzialmente monogama, sebbene in inverno viva in brigate anche numerose; all’approssimarsi della stagione riproduttiva, le coppie si isolano eleggendo a territorio di cova una zona resa idonea dalla presenza di cespugli e sassi. Il nido consiste in una semplice incavatura naturale del terreno, rivestita dalla femmina con materiale vegetale e posta al riparo di rocce, ceppi o cespugli. A partire dal mese di marzo, ad intervalli di 24-36 ore, la femmina depone 10-14 uova color crema, debolmente chiazzate di bruno, lunghe circa 4 cm e dal peso generalmente non superiore ai 20 g. La cova, che inizia dopo la deposizione dell’ultimo uovo (determinandone la schiusa sincrona) viene effettuata quasi sempre dalla sola femmina. Di norma la Coturnice siciliana effettuata una sola covata annua, con eventuale covata di sostituzione in casi di insuccesso della prima (soprattutto a causa della predazione da parte di volpi, martore o cani randagi) Alla schiusa delle uova, i pulcini nidifughi abbandonano il nido e dopo una decina di giorni sono già in grado di effettuare i loro primi voli. Durante le prime settimane di vita, i pulcini adottano un’alimentazione quasi esclusivamente animale (insetti e altri invertebrati) per sopperire alle consistenti esigenze proteiche della crescita. Da adulti, invece, l’alimentazione sarà costituita prevalentemente da semi, frutti secchi o maturi, apici vegetativi soprattutto di graminacee. Il nucleo familiare può rimanere unito fino alla successiva stagione riproduttiva o confluire in gruppi multifamiliari anche molto numerosi. La maturità sessuale dei nuovi nati viene raggiunta nella successiva stagione riproduttiva.
Il tasso di crescita delle popolazioni appena superiore a 1 e la tendenza della specie a non compiere significativi spostamenti(quando le disponibilità trofiche si mantengono sufficienti), unitamente al rischio di isolamento genetico delle popolazioni, rendono la Coturnice siciliana estremamente sensibile alla qualità ambientale del territorio riproduttivo. Le principali minacce per questa sottospecie endemica sono rappresentate dal bracconaggio, dal disturbo antropico diretto (urbanizzazione, uso improprio dei mezzi fuoristrada, costruzione di strade, agricoltura intensiva) e dalla pressione predatoria eccessiva, soprattutto da parte di cani da pastore o randagi. Attualmente la Regione Siciliana ha introdotto il divieto di prelievo venatorio della Coturnice siciliana per tutto il territorio regionale.
Il Comitato Italiano IUCN ha posto questa sottospecie in categoria EN (in pericolo).
Inoltre la sottospecie Alectoris graeca whitakeri è elencata in Allegato I della Direttiva Uccelli (79/409/CEE).
Bibliografia essenziale
AA. VV. 2006. La Coturnice Alectoris graeca whitakeri nella provincia di Catania. Stato delle Ricerche (2003-2005). Regione Sicilia.
Corso, A. 2010. Sicilian Rock Partridge: identification and taxonomy. Dutch birding, 32, 79-96.
Lo Valvo M., Sorace A., Giacalone G. 2013. Census of the Sicilian rock partridge Alectoris graeca whitakeri population in ZPS ITA010029 Monte Cofano, Capo San Vito and Monte Sparagio. In : Sorace A., Malacarne G., Meneguz P. G., Spanò S. (eds.). Proceedings of the first conference on the Mediterranean populations of the genus Alectoris. Status, Conservation and Management. Alessandria 14-15 November 2011, Avocetta 37: 137-140.
Orlando C 1956. La Coturnice di Sicilia (Alectoris graeca whitakeri Schiebel, 1934). Riv. ital. Orn. 26: 1-12.
Palumbo G, Lo Valvo M 2002. Management Statement for the Sicilian Rock Partridge (Alectoris graeca whitakeri). Birdlife International, Cambridge.
Priolo A., Sarà M., 1985. Problemi di conservazione della Coturnice di Sicilia Alectoris graeca whitakeri. Atti III Conv. It. Ornitologia. Pp. 39-41.
Sarà M., 1988. Notizie sulla distribuzione di Alectoris graeca whitakeri in Sicilia occidentale. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XIV: 207-216.
Sarà M., 1989. Density and biology of the rock-partridge (Alectoris graeca whitakeri) in Sicily (Italy). Boll. Zool. 56: 151-157.
Scalisi M e Guglielmi S 2004. Modello di idoneità ambientale e rete ecologica per la Coturnice di Sicilia (Alectoris graeca whitakeri Schiebel, 1934). Naturalista sicil. S. IV, XXVIII: 533-544.