Nome comune: Riccio europeo, riccio comune (dial. “Rizzu“)
Nome scientifico: Erinaceus europaeus Linnaues, 1758
Famiglia: Erinaceidae
Status e conservazione: Categoria IUCN “LC (minor preoccupazione)“. Il Riccio è protetto in Italia dalla Legge 11 febbraio 1992, n. 157 e dalla Convenzione di Berna (Appendice III). Dai dati ufficiali, la specie non risulta essere a rischio, anche se si registrano diminuzioni locali delle popolazioni per mortalità invernale, uso di biocidi e traffico veicolare.
Descrizione e biologia: Il Riccio europeo è un insettivoro piuttosto piccolo, non raggiungendo i 30 cm di lunghezza e il chilogrammo di peso. Reso inconfondibile dalla sua silhouette tondeggiante, dal muso appuntito e dai vispi occhi neri, il Riccio europeo ha il corpo interamente ricoperto di spine a parte una stretta striscia nuda sul collo. Dotato di un udito eccezionale, il Riccio può vivere fino a 6 anni cibandosi prevalentemente di insetti, molluschi, anellidi e altri invertebrati. Occasionalmente, può predare anche grossi rettili, tra cui la Vipera. Si riproduce in un nido di foglie secche mimetizzato nella vegetazione, dove trascorre anche il letargo (piuttosto occasionale e discontinuo nelle zone costiere più miti).
Presenza nel territorio ibleo: Il Riccio europeo è molto comune e ben distribuito in tutto il comprensorio dei monti Iblei, dal livello del mare fino alle quote maggiori, sebbene mostri una spiccata predilezione per la bassa collina. Rimane frequentemente vittima del traffico veicolare.