Cappellaccia

Nome comune: Cappellaccia (dial. “Cappuzzieddu“)

Nome scientifico: Galerida cristata (Linnaeus, 1758)

Famiglia: Alaudidae

Status e conservazione: Categoria IUCN “LC (minor preoccupazione)“. La popolazione italiana di questa specie è ancora molto numerosa, sebbene in lenta diminuzione soprattutto a causa della trasformazione degli ambienti agricoli, che costituiscono il suo habitat preferenziale.

Descrizione e biologia: La Cappellaccia è caratterizzata da una cresta erettile ben sviluppata che le conferisce un profilo inconfondibile. Il becco è robusto e leggermente ricurvo verso il basso, adatto alla sua dieta principalmente granivora ma anche insettivora, soprattutto durante la stagione riproduttiva. È una specie stanziale in buona parte dell’Italia, Sicilia inclusa, dove frequenta ambienti aperti, caldi e asciutti: aree agricole, margini stradali, prati aridi e zone steppiche. Dotata di un repertorio vocale vario e melodioso, la Cappellaccia canta anche in volo, talvolta librandosi per alcuni istanti a una certa altezza prima di tornare al suolo. Questo comportamento ha una funzione territoriale e di corteggiamento. La biologia riproduttiva della Cappellaccia è strettamente legata alla stagione primaverile ed estiva. Il nido, ben nascosto tra ciuffi d’erba o piccole depressioni del terreno, è costruito con erbe secche. La femmina depone da tre a cinque uova, che cova per circa due settimane.

Presenza nel territorio ibleo: Nell’ambito del comprensorio ibleo, la Cappellaccia è ancora molto comune al livello del mare fino ai massimi livelli altitudinali del territorio, sebbene preferisca la quote più basse degli ambienti xerotermici maggiormente legati alle attività antropiche.